imagealt

‘Modello Organizzativo Finlandese’: l’Istituto Urbani si prepara a una nuova sfida

Docenti a Jesi per proseguire la formazione, dopo la prima fase svolta alcune settimane fa 
Un diverso orario, approccio interdisciplinare, ambienti di lavoro innovativi, nuove metodologie didattiche e modalità di valutazione, sviluppo della creatività, più attività in laboratorio e con tecnologie informatiche. Tutto questo è il MOF, Modello Organizzativo Finlandese, ideato da Antonella Accili, a lungo docente e dirigente scolastica. Giovedì 19 ottobre una delegazione di docenti dell’Istituto ‘Carlo Urbani’ di Porto Sant’Elpidio ha partecipato a Jesi al Corso di Formazione organizzato dalla Rete MOF, Sanoma e Teach-and-Teach. Per i docenti del ‘Carlo Urbani’ si è trattato in realtà di una seconda fase di formazione, dopo la prima svolta tra fine agosto e inizio settembre, quando l’Istituto, su proposta della dirigente scolastica, prof.ssa Laura D’Ignazi, ha aderito alla rete MOF.
finlandese
L’incontro è stato molto formativo, non solo per il livello dei relatori, tra cui l’ex ministro della Pubblica Istruzione Francesco Profumo (presidente della ‘Fondazione Compagnia di San Paolo’), ma perché si è cercato di entrare nel vivo della sperimentazione attraverso una presentazione analitica del modello MOF, in funzione delle nuove generazioni.
I relatori, componenti del Comitato Scientifico del MOF, erano la prof.ssa Antonella Accili (dirigente scolastica dell’Istituto Omnicomprensivo ‘Della Rovere’ di Urbania, ideatrice del MOF), la prof.ssa Elisabetta Nigris, docente di Progettazione didattica e valutazione presso l’Università di Milano Bicocca; il prof. Mauro Spicci, docente e ricercatore in Curriculum design e Innovazione didattica presso l’Università di Tampere in Finlandia; la dott.ssa Veronica Mobilio della ‘Fondazione Compagnia di San Paolo’, la dott.ssa Monica Pedralli di Sanoma.
Interventi mirati per far luce sulla forza di una sperimentazione che cerca di coniugare innovazione e cambiamento con le esigenze didattiche e metodologiche attuali, proponendo una scuola dinamica, inclusiva, promotrice di talenti e competenze. Praticamente la scuola che ogni docente sogna per i propri studenti e per sé. Un modello che non si può e non si deve improvvisare, ma su cui bisogna lavorare in squadra, mettendosi in gioco e scardinando molti dei metodi di insegnamento tradizionali.
Al di là dei mille interrogativi che l’adesione al MOF potrebbe generare, le parole della prof.ssa Nigris sono state motivo di profonda riflessione per chi ha partecipato ad una formazione con la giusta dose di curiosità e di amore per un lavoro scolastico che riguarda la pelle dei nostri ragazzi: «L’innovazione ha bisogno di una trasformazione culturale. Devo pormi questioni, non darmi risposte. Apprendimento è cambiamento concettuale. L’innovazione è efficace se c’è una strategia sistemica. Bisogna insistere sulla professionalizzazione degli insegnanti, affinché non applichino solo saperi, ma riescano a mobilitare in modo consapevole, coerente e flessibile le conoscenze e le abilità in contesti complessi».
Non è scardinare - si potrebbe chiosare -, ma dare continuità a quello che c’è già. Già il solo porsi il problema di come la scuola si possa migliorare significa andare verso la giusta direzione.