‘Ius soli’ e ‘ius scholae’: un dibattito all’Urbani, con ospiti d’eccezione
Viva partecipazione degli studenti al doppio appuntamento di giovedì 14 dicembre a scuola e nella sala ‘Beniamino Gigli’ di Porto Sant’Elpidio
Due momenti diversi, uno al mattino e l’altro alla sera, quelli che hanno visto protagonista l’Istituto ‘Carlo Urbani’ di Porto Sant’Elpidio, giovedì 14 dicembre, per dibattere su un argomento di grande attualità e di fondamentale importanza, tra i diritti umani: il diritto di cittadinanza e la sua acquisizione attraverso il percorso che va dallo ‘ius soli’ sportivo allo ‘ius scholae’.
Grazie alla prof.ssa Annalinda Pasquali, ‘dea ex machina’ dell’iniziativa, e alla collaborazione dell’associazione Nativa di Porto Sant’Elpidio, rappresentata con delicatezza, spessore ed eleganza dalla sig.ra Rosa Saltarin, docente in pensione ma con una forza e una grinta tutt’altro che a riposo, l’aula magna del Polo Urbani ha ospitato al mattino Ndiaga Dieng, atleta paralimpico italiano, specializzato nel mezzofondo, vincitore di importanti medaglie, e Riccardo Cucchi, giornalista sportivo molto noto e apprezzato.
Insieme a loro il prof. Robertais Del Moro, docente in pensione del Polo Urbani, tecnico e dirigente dell’atletica sangiorgese, già insignito della ‘Quercia al merito atletico’, e il prof. Marco Garbati, docente di Diritto al Liceo Scientifico di Porto Sant’Elpidio, che dopo una breve introduzione ha fatto spiegare a due suoi studenti del Liceo Sportivo - Luciano Caporale e Marco Santanafessa - il concetto di ‘ius soli sportivo’ e di ‘ius scholae’. Parlando delle relative esperienze con semplicità e un filo di emozione, tutti i relatori hanno incantato un’aula magna gremita di studenti attenti e partecipi: lo hanno dimostrato le molte domande dei ragazzi e il loro spessore.
Grande soddisfazione della dirigente scolastica prof.ssa Laura D’Ignazi, che ha salutato gli ospiti ed evidenziato come l’Istituto ‘Carlo Urbani’ sia particolarmente attento e sensibile ad affrontare argomenti che siano di stimolo e riflessione per la crescita civile dei ragazzi.
Momento altrettanto significativo, l’incontro serale svoltosi presso la sala ‘Beniamino Gigli’ di Porto Sant’Elpidio alla presenza della prof.ssa Annalinda Pasquali, moderatrice dell’incontro, della prof.ssa Rosa Saltanin, del prof. Marco Garbati e del giornalista Riccardo Cucchi (qui citati secondo l’ordine dei rispettivi interventi).
Travolgenti le parole della signora Rosa sulla tragedia dei femminicidi, causati dalla mancanza di “amore libero”, sulla necessità della pace come condizione imprescindibile per la libertà e sul fatto che migrare non sia un reato ma un diritto. E inoltre sulla storia coloniale dell’Africa (la fondazione di colonie da parte delle grandi potenze occidentali come «una rapina armata», citando il Joseph Conrad di ‘Cuore di tenebra’) e su come «i migranti, oggi, vengono a prendersi le briciole di ciò che l’Occidente ha portato via a carri».
Delicato e straordinariamente efficace nella precisione certosina del suo intervento il prof. Marco Garbati, il quale parlato della ‘norma’, di come occorra immedesimarsi in chi ne è destinatario, perché solo così concepita presenta un aspetto di umanità. Dopo aver delineato i criteri per acquisire la cittadinanza, ha insistito su come lo sport sia uno strumento per abbattere le disuguaglianze; chiusura a effetto, grazie alla citazione di Piero Calamandrei riguardo al fatto che «senza solidarietà e senza altruismo non c’è umanità».
Infine il magistrale intervento di Riccardo Cucchi, otto Olimpiadi, sette Mondiali di Calcio, oltre 500 partite raccontate in radiocronaca, ‘narratore’ di sport e non solo, nei suoi viaggi attraverso molti continenti. «Lo sport può sterilizzare l’aggressività umana - secondo Cucchi - e può farlo nella sua accezione moderna, per la sua connotazione popolare diffusa e profonda. Lo sport non è spettacolo, ma è misurarsi con se stessi, con le proprie capacità. Va quindi spolverato dal troppo denaro per ritornare ai suoi valori. Per citare Mandela, “Lo sport può abbattere le barriere, cosa che la politica non può fare”». Due appuntamenti, quelli del 14 dicembre, all’insegna del perfetto connubio tra ‘ius’ ed ‘animus’, un legame da non dare mai per scontato, ma da ricordare in maniera granitica.